In Polonia trionfa l’ex premier Jaros Kaczynski, leader del partito di destra anti-Ue e anti-migranti ‘Diritto e giustizia’ (Pis), che con lo slogan “il paese ha bisogno del cambiamento” ha stravinto le elezioni politiche. La premier designata Beata Szydlo sarà dunque in grado di formare un governo da sola, senza cercare alleati. È la prima volta che accade dal 1989. Così come è la prima volta nella storia della Polonia post-comunista che nessuna forza di sinistra ha ottenuto abbastanza voti per entrare in parlamento: lo prevede un exit poll “Ipsos” confermando che ad entrare nel Sejm saranno cinque formazioni definibili di centro o destra.
Una vittoria che gela i partiti progressisti del Paese ma che viene guardata con attenzione anche da Bruxelles. Il timore è quello della retorica nazionalista e populista nonché il varo di riforme simili a quelle di Viktor Orban in Ungheria. Il primo passo infatti è quello di una svolta sulla politica dei migranti. E un ritorno allo quel clima di diffidenza simile a quello che il Pis ha instaurato fra il 2005 e il 2007. “A rischio, in Polonia, è la stessa democrazia”, ha avvertitoAdam Michnik, il direttore di Gazeta Wyborcza. Secondo i primi exit poll, ‘Diritto e giustizia’ ha ricevuto il 39,1% dei voti, contro il 23,4% di quelli andati al partito di centro Piattaforma civica (Po) dell’attuale premier Ewa Kopacz. Nel Sejm (la Camera bassa) il Pis avrà 242 deputati su un totale di 460. Kopacz ha già ammesso la sconfitta: “Ai vincitori – ha detto – lasciamo un paese in crescita”
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