L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) celebra ogni anno, il 20 giugno, la Giornata mondiale del rifugiato. Il numero di persone fuggite da guerre, persecuzioni e violenze nel mondo ha segnato un record storico di 65,3 milioni a fine 2015, il 9,7% in più rispetto al 2014, quando il totale era di 59,5 milioni. Secondo l’Unhcr, circa la metà dei rifugiati di tutto il mondo sono bambini e la principale causa mondiale di fuga restala guerra in Siria.
Paesi che ospitano il maggior numero di profughi sono laTurchia (con 2,5 milioni di persone), il Pakistan (con 1,6 milioni) e il Libano (con 1,1 milioni). I Paesi di origine invece, quelli da cuiproviene il maggior numero di rifugiati sono la Siria, con 4,9 milioni di persone fuggite dal Paese, l’Afghanistan (2,7 milioni) e la Somalia (con 1,1 milioni).
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“Oltre 65 milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette ad abbandonare le loro case, si tratta di un livellosenza precedenti“. Questo il nuovo allarme lanciato dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: “Il vertice in programma per il 19 settembre all’Onu offrirà un’occasione storica per concordare unpatto globale e un impegno ad una azione collettiva – ha spiegato – questa Giornata è il momento per fare il punto dell’impatto devastante di guerre e persecuzioni, ma anche per rendere omaggio alle comunità e agli Stati che ricevono e ospitano i profughi”, ha aggiunto il segretario. “Lo scorso anno oltre un milione di rifugiati e migranti sono arrivati in Europaattraverso il Mediterraneo, migliaia sono morti. L’aumento dellaxenofobia e delle restrizioni in materia di accesso all’asilo sono diventati sempre più visibili in alcune regioni, dove lo spirito di condivisione delle responsabilità è stato sostituito dall’intolleranza”, ha concluso Ban, sottolineando però che in molti paesi ci sono state “straordinarie manifestazioni di solidarietà”.
A questo proposito, Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fa appello all’Unione europea, in un messaggio inviato al delegato dell’Unhcr Stephane Jaquemet, per il Sud Europa: “L’Italia è da tempo impegnata in prima linea, determinata a continuare a fornire un contributo convinto e costruttivo, su molteplici fronti, richiedendo con forza un impegno autenticamente corale da parte della comunità internazionale, a partire dall’Unione Europea”. “I rifugiati arricchiscono il nostro Paese – ha spiegato il presidente italiano – l’Italia soffre di un tasso di demografia basso e l’arrivo di giovani di talento e capacità, se ben governato, la arricchisce”.