Crisi Grecia, ok del Parlamento a Tsipras. Ma la maggioranza e Syriza sono a pezzi
Caos politico ad Atene. La Camera dà il via libera alla piattaforma proposta dal governo a Bruxelles ma solo con 100 voti di socialisti, centristi e conservatori. Trentadue tra i nazionalisti di Anel e syrizei duri e puri non votano. Varoufakis preferisce passare il weekend al mare, mentre il ministro Lafazanis non le manda a dire: "Sostenere un programma di austerità, neoliberale e deregolamentato, non farà altro che aggravare il circolo vizioso di recessione, povertà e miseria"
E’ caos politico in Grecia: il governo è “con le gambe all’aria” scrivono oggi alcuni quotidiani greci. Alexis Tsipras conquista il sìdel Parlamento al terzo memorandum della crisi, già molto gradito a Bruxelles, ma di fatto cambia la maggioranza che lo sostiene aprendo a scenari nuovi: 32 deputati - tra destrorsi diAnel alleati al governo e syrizei duri e puri – non lo votano, mentre ben 100 sì giungono dai banchi delle opposizioni. Fonti del partito lasciano intendere che ci potrebbero essere anchedimissioni di alcuni ministri contrari all’austerità, prima combattuta nel famoso programma di Salonicco e in campagna elettorale “e ora accettata supinamente nonostante il no al referendum”.
Hanno risposto paròn (presente) 17 deputati di Syriza su 149 alla votazione, ufficialmente astenendosi (in totale sono 32) ma di fatto aprendo una questione politica in seno alla maggioranza di governo. Oltre all’ex ministro Yanis Varoufakis, al sole dell’isola di Egina per un weekend con moglie e figlia, ci sono i fedelissimi come il capo del correntone di Iskra Panagiotis Lafazanis, ministro dell’energia e uomo di raccordo con Mosca, la presidente della Camera Zoì Kostantopoulou (assieme a Dimitris Stratoulis, Costas Lapavitsas, Stathis Leoutsakos) che in questa sorta di voto di fiducia sul governo stanno dalla parte opposta a quella del premier. Il partito è per la prima volta in subbuglio. Il ragionamento che si fa al sesto piano della sede diKoumoundourou è che se il mandato elettorale dello scorso gennaio e ancor più quello del referendum di appena sei giorni fa erano contro nuove forme di austerità, come giustificare oggi un altro piano lacrime e sangue, con aumenti di Iva, Imu sugli immobili e tasse di vario genere?
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L'EUopa d'oggi ha pure voluta un vecchio Robesperre !
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